Gli edifici devono sempre essere costruiti su quelle parti del terreno che sono nelle peggiori condizioni, non le migliori. 

quindi:

In nessun caso collocare edifici nei luoghi più belli. In effetti, fai l’opposto. Considera il sito e i suoi edifici come un unico ecosistema vivente. Lascia quelle aree che sono le più preziose, belle, confortevoli e sane così come sono e costruisci le nuove strutture in quelle parti del sito che ora sono meno piacevoli.
  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Per la mia esperienza, questo pattern e’ uno dei più potenti. Permette di identificare chiaramente la posizione degli elementi principali e si può applicare a molte scale differenti (N.d.r.)

    Questa idea è davvero molto semplice. Ma è l’esatto opposto di ciò che di solito accade; e ci vuole una grande forza di volontà per seguirla fino in fondo. Di solito, quando qualcuno pensa di costruire su un pezzo di terra, cerca il miglior sito – dove l’erba è più bella, gli alberi più sani, la pendenza del terreno più uniforme, la vista più bella, il suolo più fertile – ed è proprio lì che decide di posizionare la sua casa. La stessa cosa accade che il pezzo di terra sia grande o piccolo. Su un piccolo lotto in città, l’edificio va nell’angolo più soleggiato, ovunque sia più piacevole. Su cento acriAcro 4.046,85 mq in campagna, gli edifici vanno sulla collina più piacevole. È solo naturale; e, per una persona che non ha una visione totale dell’ecologia della terra, sembra la cosa più ovvia e sensata da fare.

    Se vuoi costruire un edificio, “costruiscilo nel posto migliore possibile”. Ma pensa ora ai tre quarti del terreno disponibile che non sono così belli. Siccome le persone costruiscono sempre sul quarto più sano, gli altri tre quarti, già meno sani ecologicamente, diventano trascurati. Gradualmente, diventano sempre meno sani. Chi mai farà qualcosa in quel lato del lotto che è buio e umido, dove l’immondizia si accumula, o quella parte del terreno che è una palude stagnante, o il versante roccioso e secco dove non cresce alcuna pianta?
    Non solo. Quando costruiamo sulle parti migliori del terreno, quelle bellezze che ci sono già – i crochi che spuntano dal prato ogni primavera, il mucchio di pietre soleggiato dove i lucertoloni si abbronzano, il sentiero preferito di ghiaia su cui amiamo camminare – sono sempre queste cose che vengono perse nella confusione. Quando inizia la costruzione sulle parti del terreno che sono già sane, innumerevoli bellezze vengono cancellate con ogni atto di costruzione.

    […]


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


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