Nessuno può essere vicino agli altri senza avere anche frequenti opportunità di essere solo.

quindi:

Dai a ogni membro della famiglia una stanza tutta per sé, soprattutto agli adulti. Una stanza minima per sé è una nicchia con scrivania, scaffali e tenda. Il massimo è un cottage. In tutti i casi, soprattutto quelli degli adulti, colloca queste stanze all’estremità lontana del gradiente di intimità, lontano dalle stanze comuni.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Una persona in una famiglia che non ha una stanza propria si troverà sempre di fronte a un problema: vuole partecipare alla vita familiare ed essere riconosciuto come un membro importante di quel gruppo; ma non può individualizzarsi perché nessuna parte della casa è totalmente sotto il suo controllo.
    È come aspettarsi che un uomo che sta annegando ne salvi un altro. Solo una persona che ha un sè sviluppato e forte, può avventurarsi a partecipare alla vita comunitaria.
    Questa nozione è stata esplorata da due sociologi americani, Foote e Cottrell: esiste un punto critico oltre il quale il contatto più ravvicinato con un’altra persona non porterà più ad un aumento dell’empatia.

    (A) Fino a un certo punto, l’interazione intima con gli altri aumenta la capacità di empatizzare con loro. Ma quando gli altri sono troppo costantemente presenti, l’organismo sembra sviluppare una resistenza protettiva a rispondere ad essi. . . . Questo limite alla capacità di immedesimazione dovrebbe essere preso in considerazione nel pianificare le dimensioni e la concentrazione ottimale delle popolazioni urbane, così come nella pianificazione delle scuole e degli alloggi delle singole famiglie.

    (B) Le famiglie che offrono tempo e spazio per la privacy e che insegnano ai bambini l’utilità e la soddisfazione di ritirarsi per che insegnano ai bambini l’utilità e la soddisfazione di ritirarsi per le proprie fantasticherie, mostreranno una capacità empatica media più alta di quelle che rispetto a quelle che non lo fanno. (Foote, N. e L. Cottrell, Identity and Interpersonal Competence, Chicago, 18.5.2008).

    […]


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


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