Nessun gruppo sociale – che sia una famiglia, un gruppo di lavoro o un gruppo scolastico – può sopravvivere senza un costante contatto informale tra i suoi membri.

quindi:

Crea un’unica area comune per ogni gruppo sociale. Individualo al centro di gravità di tutti gli spazi che il gruppo occupa, e in modo tale che i percorsi che entrano ed escono dall’edificio giacciano tangenti ad esso.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Qualsiasi edificio che ospita un gruppo sociale sostiene questo tipo di contatto fornendo aree comuni. La forma e la posizione delle aree comuni sono critiche. Ecco un esempio perfetto: una descrizione della sala familiare in una casa per lavoratori peruviani:

    Per una famiglia peruviana a basso reddito, la sala familiare è il cuore della vita familiare. Qui la famiglia mangia, guarda la TV, e tutti coloro che entrano in casa entrano in questa stanza per salutare gli altri, baciarli, stringere loro la mano, scambiare notizie. Lo stesso accade quando le persone lasciano la casa. La sala familiare funziona come cuore della vita familiare aiutando a sostenere questi processi. La stanza è collocata in modo tale nella casa che le persone la attraversano naturalmente nel loro entrare ed uscire dalla casa. La parte in cui la attraversano consente loro di trattenersi per qualche istante, senza dover tirare fuori una sedia per sedersi. La TV è posta all’estremità opposta della stanza rispetto a questa zona di passaggio, e uno sguardo allo schermo è spesso la scusa per una ulteriore sosta. La parte della stanza riservata alla TV è spesso oscurata; la sala familiare e la TV funzionano tanto bene di giorno quanto di notte.

    Ora generalizziamo da questo esempio. Se un’area comune è situata alla fine di un corridoio e le persone devono fare uno sforzo speciale e deliberato per arrivarci, non è probabile che la utilizzino in modo informale e spontaneo.

    In alternativa, se il percorso di circolazione si insinua troppo profondamente attraverso l’area comune, lo spazio sarà troppo esposto, non sarà confortevole trattenersi lì e sistemarsi.

    L’unica situazione equilibrata è quella in cui un percorso comune, utilizzato quotidianamente dalle persone, corre tangente alle aree comuni ed è aperto ad esse in transito. Così le persone passeranno costantemente vicino allo spazio; ma poiché il percorso è di lato, non sono obbligate a fermarsi. Se vogliono, possono continuare. Se vogliono, possono fermarsi per un momento e vedere cosa sta accadendo; se vogliono, possono entrare direttamente e sistemarsi.

    È degno di nota che questo modello si è verificato, in qualche forma, in ogni singolo progetto su cui abbiamo lavorato. Nel centro multiservizi, avevamo un modello chiamato “Sala del personale” basato sulla stessa geometria (Un linguaggio di modelli che genera centri multiservizi, C.E.S., 1968, p. 241); nel nostro lavoro sui centri di salute mentale, avevamo “Scelta del paziente di essere coinvolto”, lo stesso modello ancora una volta, come elemento essenziale nella terapia; nel nostro lavoro sulle abitazioni peruviane, avevamo “Circolazione nella stanza della famiglia” – questo è l’esempio che abbiamo dato per una famiglia (Case generate da modelli, C.E.S., 1969, p. 140); e nel nostro lavoro sulle università, “L’esperimento dell’Oregon”, avevamo un modello chiamato “Focolare del dipartimento”, di nuovo lo stesso, per ogni dipartimento. È forse il modello più basilare che esista nella formazione della coesione di gruppo.

    Nel dettaglio, abbiamo isolato tre caratteristiche per un’area comune di successo:

    1. Deve essere al centro di gravità del complesso edilizio, dell’edificio o dell’ala dell’edificio che il gruppo occupa. In altre parole, deve trovarsi al cuore fisico dell’organizzazione, in modo che sia accessibile a tutti allo stesso modo e possa essere percepita come il centro del gruppo.
    2. La caratteristica più importante di tutte è che deve essere “sul percorso” dall’entrata alle stanze private, in modo che le persone passino sempre da essa entrando e uscendo dall’edificio. È cruciale che non sia una stanza senza uscita a cui si dovrebbe fare un deviazione per arrivarci. Per questo motivo, i percorsi che la attraversano devono essere tangenti ad essa.
    3. Deve contenere i componenti giusti – solitamente una cucina e uno spazio per mangiare, poiché mangiare è una delle attività più comuni, e uno spazio per sedersi – almeno alcune sedie comode, così le persone si sentiranno inclini a rimanere. Dovrebbe anche includere un’area all’aperto – nelle belle giornate c’è sempre il desiderio di stare fuori – per uscire a fumare, sedersi sull’erba, o continuare una discussione.

    Il più basilare di tutti gli elementi per le aree comuni sono il cibo e il fuoco. Includi la CUCINA DEL CASALE (139), il MANGIARE COMUNE (147) e IL FUOCO (181). Per la forma dell’area comune nei minimi dettagli, consulta LA LUCE SU DUE LATI DI OGNI STANZA (159) e LA FORMA DELLO SPAZIO INTERNO (191). Assicurati che ci siano molti posti a sedere diversi, differenti nel carattere per momenti diversi – SEQUENZA DI SPAZI PER SEDERE (142). Includi una STANZA ALL’APERTO (163). E assicurati che i percorsi siano correttamente tangenti alle aree comuni – PORTICI (119), IL FLUSSO TRA LE STANZE (131), PASSAGGI BREVI (132).


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977

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