Un gruppo di sedie, un divano e una sedia, un mucchio di cuscini – queste sono le cose più ovvie nella vita di tutti eppure renderle funzionali, in modo che le persone diventino animate e vive in esse, è una cosa molto sottile. La maggior parte delle disposizioni per il sedere sono sterili, le persone le evitano, non succede mai nulla lì. Altri sembrano in qualche modo raccogliere vita intorno a loro, concentrare e liberare l’energia. Qual è la differenza tra i due?

quindi:

posiziona ogni spazio per il sedere in una posizione protetta, non attraversata da percorsi o movimenti, approssimativamente circolare, realizzata in modo che la stanza stessa aiuti a suggerire il cerchio – non troppo forte – con percorsi e attività intorno ad esso, in modo che le persone naturalmente si dirigono verso le sedie quando entrano nell’umore per sedersi. Posiziona le sedie e i cuscini in modo disordinato nel cerchio e mettine un paio di troppo.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Forse il più importante di tutti è la loro posizione. Un cerchio di sedie ha bisogno essenzialmente della stessa posizione di un’AREA COMUNE AL CUORE (129), ma in miniatura: un’area ben definita, con percorsi che la attraversano ma non la tagliano, e posizionata in modo che le persone vi passino naturalmente, si fermino e parlino, si appoggino allo schienale delle sedie, si siedano gradualmente, si spostino di posizione, si alzino di nuovo. Queste caratteristiche sono vitali. Le ragioni sono esattamente le stesse di quelle date in AREE COMUNI AL CUORE (129); solo la scala è diversa.

    In secondo luogo, la forma approssimativa di un cerchio. Quando le persone si siedono per parlare insieme, cercano di organizzarsi approssimativamente in un cerchio. Una prova empirica di questo è stata presentata da Margaret Mead (“Conference Behavior,” Columbia University Forum, Summer, 1967, pp. 20-25). Forse una delle ragioni per il cerchio, rispetto ad altre forme, è il fatto che alle persone piace sedersi in un angolo l’una rispetto all’altra, non affiancate (Robert Sommer, “Studies in Personal Space,” Sociometry, 22 settembre 1959, pp. 247-60). In un cerchio, anche i vicini sono leggermente in angolo l’uno rispetto all’altro. Questo, insieme al primo punto, suggerisce che un cerchio approssimativo sia il migliore.

    Ma non è sufficiente che le sedie siano in un cerchio. Le sedie stesse manterranno questa posizione solo se l’architettura effettiva – le colonne, le pareti, il fuoco, le finestre – suggerisce sottilmente un’area parzialmente contenuta e definita, che è approssimativamente un cerchio. Il fuoco aiuta soprattutto ad ancorare un cerchio di sedie. Altre cose possono farlo quasi altrettanto bene.

    […]


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


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