Le stanze troppo chiuse impediscono il flusso naturale delle occasioni sociali e il processo naturale di transizione da un momento sociale all’altro. E le stanze troppo aperte non supportano la differenziazione degli eventi che richiede la vita sociale.

quindi:

regola le pareti, le aperture e le finestre in ogni spazio interno finché non si raggiunge il giusto equilibrio tra spazio aperto e fluente e spazio chiuso come una cella. Non prendere per scontato che ogni spazio sia una stanza; né, d’altro canto, che tutti gli spazi debbano fluire l’uno nell’altro. L’equilibrio giusto sarà sempre compreso tra questi estremi: nessuna stanza completamente chiusa; e nessuno spazio completamente collegato ad un altro. Usa combinazioni di colonne, pareti semiaperte, porticati, finestre interne, porte scorrevoli, davanzali bassi, porte francesi, pareti per sedersi e così via, per raggiungere il giusto equilibrio.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Una stanza solida, ad esempio, con quattro mura intorno ad essa, può ovviamente sostenere attività molto diverse dalle attività nella stanza successiva. In questo senso è eccellente. Ma è molto difficile per le persone unirsi a queste attività o lasciarle in modo naturale. Ciò è possibile solo se la porta è vetriata, o se c’è una finestra nella parete, o se c’è un’apertura, in modo che le persone possano gradualmente avvicinarsi, proprio quando c’è una pausa nella conversazione, e diventare naturalmente parte di ciò che sta accadendo.

    D’altra parte, uno spazio aperto senza mura intorno ad esso, solo un luogo segnato da un tappeto sul pavimento e un’organizzazione di sedie, ma completamente aperto agli spazi circostanti, è così esposto che le persone non si sentono mai completamente a loro agio lì. Nessuna attività può stabilirsi perché è troppo vulnerabile; e quindi le cose che accadono lì tendono ad essere piuttosto banali – un drink, la lettura del giornale, guardare la televisione, guardare il panorama, “stare seduti”: non troverai conversazioni animate, discussioni, eccitazione, persone che creano cose, dipingono, giochi di carte, indovinelli o qualcuno che pratica il violino. Le persone si lasciano andare a queste attività più differenziate quando c’è un certo grado di chiusura intorno a loro – almeno una mezza parete, una ringhiera, colonne, qualche separazione dagli altri spazi vicini.

    In breve, il sottile conflitto tra esposizione e chiusura richiede naturalmente un equilibrio. Ma per qualche motivo le immagini moderne di stanze e spazi interni portano le persone ai due estremi, e quasi mai all’equilibrio necessario.

    […]


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


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