Arrivando in un edificio, o uscendo da esso, è necessario lo spazio per il passaggio, sia all’interno dell’edificio che al di fuori di esso. Questa è la sala d’ingresso.

quindi:

All’ingresso principale di un edificio, fai una  stanza piena di luce che segna l’ingresso e che si trova a cavallo del confine tra interno ed esterno, coprendo un po’ di spazio all’aperto e un po’ di spazio al chiuso. La parte esterna può essere come un vecchio portico; all’interno come una sala o un salotto.

  • N.B. Consulta sempre il testo originale per la completa comprensione del pattern.


    Il modo più impressionistico ed intuitivo di descrivere la necessità dell’ingresso è dire che il momento dell’arrivo o della partenza sembra gonfiarsi rispetto ai minuti che lo precedono e lo seguono, e che per essere congruo con l’importanza del momento, anche lo spazio deve seguire l’esempio e gonfiarsi rispetto all’interno immediato e all’esterno immediato dell’edificio.

    Vedremo ora che ci sono un’enorme quantità di forze minime che si uniscono per sostenere questa intuizione generale. Tutte queste forze, tendenze e soluzioni sono state originariamente descritte da Alexander e Poyner nel libro “Atoms of Environmental Structure”, Ministero dei Lavori Pubblici, Ricerca e Sviluppo, SFB Ba4, Londra, 1966. In quel momento sembrava importante sottolineare i modelli separati e individuali definiti da queste forze. Tuttavia, nel momento attuale, sembra chiaro che questi modelli originali sono, infatti, tutti facce di un’entità più grande e più completa, che chiamiamo INGRESSO).

    […]


    da: C. Alexander et al., A Pattern Language, Oxford University Press, New York, 1977


    Lascia una risposta

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    ridone.net::patterns
    error: Contenuto Protetto - Protected Content